27 gennaio 1946 – 27 gennaio 2016. 70 anni di storia per continuare a parlare dei lager, affinché restino chiusi per sempre. Perché non vi siano più reticolati. Perché chi è morto non può più parlare, ma chi vive può farlo per loro. A 70 anni dall’Olocausto, la testimonianza indiretta di Pinuccio Ancona, figlio di Angelo Ancona, ex deportato nei campi di concentramento. Il suo racconto per non dimenticare, attraverso “Voci nel vento” una mostra di quadri realizzati da Massimo Marangio, presso le sale d’ Avalos del Palazzo Ducale di Martina Franca. L’iniziativa, in occasione della Giornata della Memoria, si inserisce nel calendario delle numerose iniziative organizzate dal Comune di Martina Franca – Assessorato alle Attività Culturali. Una mostra dedicata a chi ha pagato con la propria vita, il prezzo della nostra libertà. La “colpa” di Angelo fu quella di essere un internato militare, così vennero qualificati dai nazisti quei soldati italiani che si erano rifiutati di combattere con i tedeschi. Non furono chiamati “prigionieri di guerra”, in modo da fuggire ai controlli degli organi internazionali previsti nella Convenzione di Ginevra del 1929.

650.000 uomini trasferiti nei campi polacchi e tedeschi e costretti ai lavori forzati.
Stalag IV B Zeithain, inizialmente destinato ad accogliere prigionieri sovietici nel’ 41, nel 1943 divenne campo di concentramento per gli Internati militari italiani come Angelo, prigioniero dal 29 settembre 1943 fino alla fine della guerra. L’assenza di igiene, la denutrizione, le condizioni disumane contribuirono alla diffusione di gravi malattie. Il campo fu liberato solo il 23 aprile 1945. Con l’aiuto dell’ ex cappellano del campo che annotò su un diario nomi e dati dei prigionieri deceduti a Zeithain, nel 1991 è stato possibile riesumare e rimpatriare i resti di quasi tutti i caduti italiani. Un ringraziamento va rivolto, anche, alla preziosa collaborazione di Massimo Marangio. L’ artista salentino, con le antiche tecniche pittoriche, racconta l’essere umano, la sua storia. L’uomo di ogni tempo che ha condizionato e cambiato la vita di altri uomini. Quadri che rappresentano la sofferenza dell’umanità in quel preciso momento storico della deportazione. Attraverso il linguaggio pittorico, l’artista racconta una verità silenziosa. La scelta dei tratti oscuri e dell’instabilità del pennello per raccontare un momento storico di errori e di orrori umani. Uno spunto di riflessione per il presente e il futuro per non cancellare più la dignità di nessun essere umano. L’iniziativa, in occasione della Giornata della Memoria, si inserisce nel calendario delle numerose iniziative organizzate dal Comune di Martina Franca – Assessorato alle Attività Culturali.
La mostra si terrà fino al 28 febbraio presso le sale d’Avalos, Palazzo Ducale.
Ingresso libero

Info: 080 4306221
Tiziana Sisto

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Martina Zaccaria
Direttore Editoriale

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