Non si farà quest’anno il concerto del primo maggio a Taranto organizzato per quattro edizioni dal Comitato Cittadini e Lavoratori Liberi e Pensanti. “E’ un arrivederci, non un addio”, hanno spiegato stamattina gli attivisti. Il Comitato “ha ragionato a lungo sull’opportunità di organizzare anche nel 2017 il più grande evento musicale e di lotta dal basso del Sud Italia – hanno affermato – maturando infine una decisione sofferta ma necessaria visto il particolare momento storico che sta vivendo Taranto”.
“#unomaggiotaranto è nato nel 2013 dalla forza di volontà di un gruppo di persone che volevano, e vogliono ancora oggi, dare alla propria città un palcoscenico migliore, capace di mostrarla con tutta la sua forza e la sua volontà di cambiamento, pronta a ribaltare un destino che l’ha vista per anni ai margini, inghiottita dalla spirale mortale dell’inquinamento industriale, politico e sindacale. Grazie a #unomaggiotaranto – hanno ricordato – è cambiata la narrazione e la percezione della città, le forze sane e libere del territorio hanno messo su un vero e proprio esempio di rinascita che ha coinvolto grandi artisti e tantissime testimonianze di resistenza da tutta Italia”.
Quest’anno a Taranto si vota per la scelta del sindaco e del nuovo consiglio comunale. E questo aspetto non sembra indifferente nella scelta del Comitato. Si tratta quindi anche di “un segnale forte alla politica perché non faccia di questa manifestazione uno strumento per l’imminente campagna elettorale pro o contro qualcuno. Un segnale forte alle forze oscure di questa città pronte a utilizzare per scopi elettorali e politici tutto ciò che ruota intorno a #unomaggiotaranto”.
Il Comitato ha ringraziato “il supporto delle piccole imprese, dei commercianti, degli albergatori e dei ristoratori che hanno visto nell’enorme affluenza al Parco Archeologico delle Mura Greche un’opportunità economica di grande respiro”, sottolineando “il contributo libero dei cittadini, il cui sostegno ci ha spinti ad andare avanti sempre”. In questi anni sul palco di Taranto, alternativo a quello di piazza San Giovanni, a Roma, sono saliti Gino Strada, l’ex ministro greco Yannis Varoufakis, Egidia Beretta, madre di Vittorio Arrigoni, Patrizia Moretti madre di Federico Aldrovrandi, comitati e associazioni come ‘Le mamme della terra dei fuochi’, i lavoratori della Thyssenkrupp e i No Tav. E artisti del calibro di Caparezza, Vinicio Capossela, Subsonica, Fiorella Mannoia, Litfiba, Daniele Silvestri, Niccolò Fabi, Afterhours e tantissimi altri ancora.
L’obiettivo è quello di lanciare un segnale forte “alla città perché quando si spengono le luci, finito lo show e pulito il parco (poi nuovamente abbandonato dall’amministrazione comunale) il Comitato non resti solo a combattere per i restanti 364 giorni contro le ingiustizie di questo territorio. Perché Taranto siamo tutti noi. Un segnale forte a questa amministrazione comunale da noi sempre osteggiata, che l’anno scorso ha permesso coscientemente l’abusivismo con una mancanza di controllo da parte delle autorità preposte. Impossibile non ricordare lo sciopero della polizia municipale indetto casualmente proprio la giornata del Primo Maggio – hanno detto ancora – e che ha provocato gravissime ripercussioni economiche sulla manifestazione. Ma soprattutto un segnale forte lo dobbiamo dare a noi stessi per quello che siamo riusciti a fare e per quello che saremo capaci di fare per il futuro di questo grande concerto. E’ un sacrificio necessario a rendere questo evento ancora più forte. Magari il silenzio di quei giorni e il parco vuoto ci aiuteranno a riflettere su quanto ancora sia lunga la strada per restituire la dignità a questa città difficile. Arrivederci al prossimo anno, #unomaggiotaranto2018″.
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