Quando la banda suonò
di Matteo Gentile
La banda che scalda il cuore e rallegra gli animi. E’ successo la sera del 5 gennaio a Martina Franca, presso il salone del Villaggio Sant’Agostino, nel cuore del centro storico, su un palco che ha tante storie da raccontare, grazie alla Banda “Armonie d’Itria” diretta dal maestro Donato Zigrino. L’apertura con “Sabina” di Giovanni Orsomando e subito dopo “Voci di primavera” di Johann Strauss jr. hanno subito creato quella magia che la banda suscita sempre quando passa per le strade del paese per annunciare la festa o quando si esibisce su un palco o in una cassa armonica. Non si tratta di un’operazione nostalgica, come qualcuno potrebbe pensare, ma di un vero e proprio progetto che, affondando le radici nella tradizione secolare della banda della città, pone le basi per un approccio verso la musica orientato alle nuove generazioni. Tra un brano e l’altro, sfidando le previsioni che davano neve (ma quella sarebbe arrivata nella notte), passando da Mozart rivisitato, riprendendo una Gospel Fantasy che richiama al periodo in corso, tra un brano e l’altro vengono illustrate le attività che la banda svolge nella propria sala prove e adesso anche nelle scuole, proprio per avvicinare quanti più ragazzi possibili al magico mondo delle sette note, degli ottoni, dei fiati e delle percussioni. E c’è anche un gruppo di Majorettes, le “Ad’I Girls”, che si stanno facendo sempre più strada, accogliendo ragazze che si vogliono cimentare in quella che è una vera e propria attività sportiva, oltre ai percussionisti del Gruppo Drumline. Il presidente dell’associazione, Vito Manzari, nel ringraziare don Martino Mastrovito, referente della Congregazione del Santissimo Sacramento del Monte Purgatorio che ha ospitato il concerto “Notte di note”, ha ricordato come la stessa congregazione abbia offerto all’associazione la possibilità di utilizzare come sede una stanza all’interno dello stesso Convento. Sede che è stata dedicata a Francesco Colucci, compianto componente della banda. Applausi e gran finale con la “Tritsch Tratsh Polka” di Johann Strauss jr., e per qualche minuto era come essere a una serata di gala tra svolazzare di abiti sfarzosi indossati da coppie impegnate in una danza d’altri tempi. Perché la banda, quando suona, fa sempre festa.
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