Una risata ci salverà
di Matteo Gentile
Riusciamo a intercettare Debora Villa pochi minuti prima che entri in scena. “Quello che le donne” è lo spettacolo che apre la rassegna “Comic” organizzata a Martina Franca per la terza stagione dall’organizzazione Sirio, quella di Risollevante, per intenderci. Nel foyer del Teatro Verdi la comica, nota al grande pubblico televisivo per aver indossato i panni di Patty nella trasmissione “Camera cafè”, si mischia alla gente che comincia a prender posto e osserva quello che fra un po’ sarà il suo pubblico ma anche la sua simpatica “vittima”.
Proviamo a chiederle qualcosa in generale, e fra una risata e una battuta ci esorta a fare il nostro compito e segna il primo punto a favore delle donne nell’ideale e ironica gara di femmine contro maschi:
“Adesso, detta così non mi viene niente, dai, fammi tu una domanda precisa”
Bene. Quello che le donne dicono …
“Quello che le donne dicono, quello che le donne fanno. Le donne dicono tante cose e ne fanno ancora di più. Amano ancora di più e gioiscono sempre nonostante tutte le difficoltà. Ogni serata del mio spettacolo rappresenta un momento per ritrovarsi. Dalla preistoria ad oggi faccio un’analisi di tutto quello che è il mondo femminile, ovviamente divertendoci e non certo mettendomi in cattedra. Insomma spero di far divertire le persone”
Rapidamente, (visto che manca poco alla chiamata “in scena”, ndr), il verbo “ridere” si può coniugare nei tempi, ma non è stato mai molto “” al femminile, cosa che oggi si vede molto più spesso. Insomma, ridere al femminile sta sempre più prendendo piede nel panorama dello spettacolo italiano.
“Ultimamente diciamo che ha preso piede il comico in generale, quindi ovviamente per la legge dei grandi numeri, esponenzialmente è cresciuto in tal senso anche l’universo femminile. Il troppo non è detto che sia per forza qualità, però diciamo che sono molto contenta che le donne si stiano facendo valere anche in questo settore che io amo molto. Però mi sento di fare un “in bocca al lupo” a tutti, uomini e donne, e dico a tutti i comici: tenete duro!”
Ovviamente non possiamo che farle anche noi un “in bocca al lupo” per la serata. Ci ringrazia e scappa via per gli ultimi preparativi. Si abbassano le luci. Sipario. Si ride.
E infatti è così. L’entrata in scena di Debora Villa è diretta, senza troppi fronzoli o formalità. Per rompere il ghiaccio e stabilire subito quale sarà l’atmosfera, un paio di battute autoironiche sulla sua provenienza artistica: “collega cesso in Camera Cafè e protagonista di uno spot su un alimento che fa cagare …” e il clima della serata è subito chiaro: si viaggia sul filo dell’ironia cercando di non sfociare nella risata grassa ma non disdegnando i doppi sensi (a volte anche sensi unici) a sfondo sessuale. Si parte da alcune citazioni filosofiche, da Aristotele a Platone a Menandro, su cui è facile l’allusione maschile, e poi Debora attraversa l’universo del conflitto continuo tra uomini e donne parteggiando per il suo genere senza disdegnare anche in questo caso frecciatine di autoironia che incontrano il favore del pubblico martinese, non sempre propenso ad applausi e grande partecipazione. Debora prova a coinvolgere i presenti, intavolando gustosi scambi di battute con alcuni ritardatari o con una donna incinta al nono mese di gravidanza: “occhio a non farlo qui stasera”. Esilarante la gag spontanea quando l’attrice chiede al pubblico dove i martinesi vanno ad abbordare: “lo stradone”, è la risposta! “Vi prenderò in giro a vita” scherza la comica, ovviamente nell’antico gioco delle parti che caratterizzava già l’avanspettacolo. Si viaggia tra scene di ordinaria vita di coppia, tra i preparativi prima di uscire, con inevitabili paragoni tra la capacità delle donne di essere multi-tasking in contrapposizione alla mono-proceduralità maschile: “quell’unico neurone che si incarta se gli chiedi di fare una semplice azione che ne comprenda più di una, tipo apparecchiare la tavola”. In alcuni casi la comicità di Debora Villa sembrerebbe quasi scontata, nel senso che quasi ti aspetti dove andrà a parare, ma poi vieni spiazzato dalla battuta a sorpresa. D’altronde, la comicità nasce proprio dal saper cogliere negli aspetti comuni quel qualcosa che va oltre la normalità e nel saperlo evidenziare con simpatia, senza mai offendere nessuno. Al termine dello spettacolo il pubblico sembra aver gradito e va a casa un po’ più sollevato. Missione compiuta, quindi. Divertirsi, del resto, è proprio questo: fare qualcosa che devia dalla normalità e dalla routine e provoca piacere.
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