L’emozione e la passione
di Matteo Gentile
Una Valeria Solarino strepitosa regala “una giornata particolare”, con il partner di scena, un ottimo Giulio Scarpati, al pubblico che ha deciso di dare fiducia alla rappresentazione teatrale andata in scena al Teatro Verdi di Martina Franca giovedì 23 marzo. Era il penultimo appuntamento della stagione 2017 a cura del Teatro Pubblico Pugliese, e la pièce teatrale era intrigante quanto coraggiosa. E’ inevitabile che si possano fare paragoni con l’originale quando si tratta della trasposizione teatrale di un capolavoro italiano firmato da Ettore Scola (a cui lo spettacolo è dedicato, ndr) e Ruggero Maccari, e magistralmente interpretato da Sophia Loren e Marcello Mastroianni, tutti mostri sacri della cinematografia italiana. Ma la regia di Nora Venturini, volutamente lenta nei tempi quanto intensa nella drammaturgia, ha messo in risalto le doti interpretative di Valeria Solarino, più ispirata che mai nel ruolo della casalinga italiana anni ’30 sottomessa al marito fascista, ma non doma, e di Giulio Scarpati a suo agio nei panni di Gabriele, speaker dell’Eiar in aspettativa, raffinato e gentile. La piccola storia di due persone segnate da problematiche differenti, ma entrambe vittime di pregiudizi e sopraffazione culturale e sociale, si sviluppa nell’arco di una giornata particolare per la Storia del Paese Italia. E’ il 6 maggio del 1938, giorno in cui Adolf Hitler fa visita a Roma e al duce Benito Mussolini. L’evento storico, festeggiato da tutta la famiglia di Antonietta tranne che da lei: “ah già, voi non avete la serva” le dicono i vicini mentre si avviano verso la parata, viene raccontato senza commenti attraverso le immagini reali dei notiziari dell’epoca, proiettati su un contro-sipario all’inizio e al termine della rappresentazione. E non a caso si crea un contrasto tra le voci marziali e impostate degli speaker di regime, contrapposte alla gentilezza d’animo di Gabriele. In questo incontro casuale tra due anime “in pena” per motivi diversi, nasce un grande rapporto emotivo, attraverso il quale entrambi escono allo scoperto. Valeria Solarino dimostra una grande capacità interpretativa, passando dal dialetto siciliano usato in casa, tanto stretto da risultare a tratti incomprensibile al marito e ai sei figli, romani doc, all’italiano semplice ma accorato quando si relaziona con Gabriele. Commovente il modo con cui, nel finale, si approccerà alla lettura dei Tre Moschettieri, libro donatole da Gabriele, quasi a cercare nella cultura la forza per dare un senso alla propria esistenza.
La narrazione sale di intensità nei tempi e nei ritmi, tenendo il pubblico con il fiato sospeso, quasi a non voler rovinare la delicatezza dei dialoghi. Giulio Scarpati sembra a tratti interpretare il ruolo del ballerino di danza classica che mostra la danzatrice come se lui fosse la cornice di un quadro e lei la tela, raggiungendo egli stesso momenti di pathos come quando decide di rivelare il vero motivo per cui è stato estromesso dall’ente governativo, ovvero il fatto di avere tendenze omosessuali. E quando i due si sono messi davvero a nudo emotivamente, ecco che la passione prende il sopravvento su tutto, anche sul candore di Antonietta che esultava come una bimba quando gli aerei solcavano il cielo di Roma per poi diventare donna appassionata quando le emozioni hanno attraversato il suo cuore. Applausi a scena aperta ai saluti finali, anche agli altri componenti del cast: Giulio F. Janni e con Anna Ferraioli, Matteo Cirillo, Paolo Minnielli, Federica Zacchia. Adattamento Gigliola Fantoni; scena Luigi Ferrigno; costumi Marianna Carbone; luci Raffaele Perin; video e suoni Marco Schiavoni. Una giornata davvero particolare.
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