Il cammino che Passaturi.it propone domenica 15 novembre è dedicato alla collina della Murgia tra Martina e Crispiano dove la macchia mediterranea,  degradando verso la Piana tarantina, lascia spazio ai giganti verdi, gli ulivi e i carrubi. Tutto il luogo è paesaggisticamente meraviglioso con ampi panorami verso il golfo di Taranto. Il cammino prevede la visita di due masserie dismesse dal fascino incomparabile, Tuttulmo e Russolite e di Masseria Mita, un’antica masseria che conserva ancora elementi difensivi nella struttura architettonica, che da qualche anno è stata trasformata in una moderna azienda agricola dove si producono vino e olio di qualità certificata. Vincenzo e Maria, gli accoglienti proprietari,  prepareranno per gli ospiti un pranzo tipico, una cucina dai sapori contadini con prodotti a chilometro zero e di stagione. L’estate di san Martino che si protrarrà ci regalerà indubbiamente temperature piacevoli per godere di una natura che proprio a novembre vive una “seconda primavera”.

Info Maria Teresa Acquaviva
Accoglienza in piazza d’Angiò a Martina Franca alle ore 10,00
Info e prenotazioni al n.3205753268 entro, e non oltre, le ore 12.00 di sabato 14 novembre.

La visita guidata
Le prime tappe del nostro cammino sono due antiche masserie dismesse dell’agro di Crispiano al confine con l’agro di Martina Franca, su una collina murgiana molto panoramica mano a mano che la si risale, che al culmine riserva una vista sull’ampia Piana tarantina disseminata di ulivi e masserie,  sullo sfondo il golfo di Taranto. Se l’aria sarà tersa si potrà ammirare nitidamente anche il profilo del promontorio del Pollino.  Tuttulmo è la prima delle due tappe, una tipica masseria a corte, non di grandi dimensioni, che conserva il bellissimo arco di accesso alla corte su cui affaccia la casa padronale e qualche servizio. La seconda tappa, in posizione più elevata è masseria Russolite, che ha invece una disposizione a sviluppo lineare dei frabbricati, in questo caso tutti a trulli, compreso anche uno spazio dove si conservano perfettamente le arnie di pietra per l’apicoltura. E poi l’aia lastricata aperta ai venti, le stalle, i pagliai, il forno e l’abitazione dei massari.

Lasciata la collina ci si dirige verso Masseria Mita che risale al XVI secolo e fino al 1742 è stata un possedimento del Monastero di Santa Maria della Purità di Martina Franca.  La tipologia architettonica è a corte chiusa da muri a secco, tra cui un imponente muro di cinta che racchiude anche uno iazzo, nel cui recinto sono compresi anche due tipici trulli pagliai. Una garitta di avvistamento si riconosce ad angolo della casa padronale,  inglobata nei muri. Tra i servizi si conservano anche le stalle, un frantoio oleario, un palmento e l’aia. In buono stato di conservazione anche la chiesa con un bell’altare litico. Intorno i campi coltivati con recenti vigneti con sistema a spalliera da cui si producono diversi vini tra cui Negroamaro e Chardonnay;  anche gli uliveti, da cui l’azienda produce un eccellente olio di oliva extravergine. In un uliveto sopravvivono due spettacolari esemplari di ulivi millenari. Fino a qualche anno fa nell’azienda  si coltivavano ancora i cereali. Fa da sfondo al complesso masserizio la collina murgiana coperta da una varietà di arbusti della macchia mediterranea.

La Masseria Mita è stata un’importante stazione di una delle vie della transumanza,  che passava non distante. I pastori che qui giungevano con gli armenti e greggi sostavano qualche giorno prima di riprendere il viaggio.

Si dice che in queste terre aleggi ancora lo spirito del brigante Pizzichicchio che trovò rifugio in una grotta naturale non distante dalla masseria, sui colli scoscesi della Murgia martinese che degradano sulla Piana tarantina, e che in una masseria non distante fu catturato dalla guardia nazionale  dove si era nascosto nell’ampio focolare domestico.  Correva l’anno 1864.

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